martedì 28 maggio 2024

Qualcosa di proibito è un’occasione mancata per Enoch

 



Suzanne Enoch

Qualcosa di Proibito

(Per i Lettori di Storie in Costume, Lettori di Commedie) 

Recensione
di Monica Montanari 


Sua signoria il cane

Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno

Qualcosa di proibito Tanto mi era piaciuto "Peccati e sentimenti" il primo della serie Griffin eletto a mio romanzo del cuore, tanto questo m'ha fatto orrore. Questo "Qualcosa di Proibito" della Enoch fa venire veramente i nervi, comincia con una prosa ipersemplificata, e anche in termini di storia romantica nel modo peggiore, con l'eroe di turno che la vede e, sbam, la bacia senza un perché. E il romanzo va avanti così di bacio in bacio fino allo scioglimento basato su fantomatici "spadaccinici cinesi". Insomma il tutto si configura come un episodio in costume di Scooby Doo, dove lord Cane slinguazza l'innamorata in faccia fino a farle la festa nel finale. È un peccato perché, per una volta, avevamo un romanzo dedicato a esplorare il fascino dell'intelligenza, sia per l'uomo che per la donna, e avevamo una protagonista forte e sagace. Il portato di tutto questo acume, malgrado il disastro narrativo, ci regala tuttavia una vera perla, un approdo per tutte noi che leggiamo romance storici: la protagonista, udite udite, – e non sono sarcastica, – è consapevole che "essere rovinata" non è peggio che vivere in un matrimonio infelice, quanto meno per lei che è in grado di cavarsela egregiamente negli affari e non avrebbe problemi a mantener se stessa senza un marito. 
Oltre alla perla, questo romanzo ci regala anche un'occasione per riflettere sul perché Tess Thompson, la E. Rose, la London degli Highlander, Nora Roberts... indichino alle loro eroine il felice approdo in una grande famiglia solidale, con tanti fratelli e sorelle e relativi coniugi. Queste autrici sembrano offire alle loro eroine un traguardo di protezione rafforzata, non più un solo marito ricco a tutelare il loro benessere, ma tutto il suo clan, e sopratutto offrono al lieto fine un contesto in cui possa dispiegarsi il potere del ruolo di moglie. Non più dunque il matrimonio come porsi della donna fuori dai giochi, confinata nella gestione della casa e nella maternità, bensì microcosmo sociale dove la maritata possa "vantarsi sul divano" di essere tale al cospetto delle più più giovani e pertanto rampanti in agguato. 
È una formula che ho trovato anche leggendo un romanzo di Marianna Vidal ambientato in un albergo di Ischia: questo compiacersi delle donne maritate di essere "assignurute" come si dice in Sicilia. 
Colgo questa estetica e compiacimento come retaggio di un modo di pensare obsoleto, m pare appartenere a prospettive storiche e sociali ormai liquidate per sempre. La società in alt'Italia è irrimediabilmente atomizzata. Non che tutte le mie amiche scrittrici del Sud abbiano questo mito del clan peraltro, penso a Giusy De Nicolo che me ne sembra perfettamente immune. E peraltro nelle autrici anglosassoni menzionate questo mito del clan familiare non può essere legato alla loro esperienza personale datosi che le società anglosassoni sono iperindividualiste. Sapete cosa? Immagino in questi contesti familiari allargati una grande competitività e un enorme sforzo di mariti e mogli di nascondere i problemi agli occhi degli altri, un licenziamento, un problema di salute dei figli, o difficoltà scolastiche, tutto da nascondere per non sfigurare... mi sbaglio? 


Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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Imprevedibile e focosa come può esserlo una vera irlandese, e senza amore come può esserlo unicamente un’orfana, lady Wilhelmina Osraige deve affrontare da sola il soggiorno a Londra per la “piccola stagione” invernale.

È però lord Iain Middleton, terzo conte di Huntly, l'imperturbabile e ascetico banchiere, a doversi occupare di lei, con grande sgomento di entrambi, e a sovrintendere la sicurezza e il benessere della lady poco più che ventenne.

Al più integerrimo dei confratelli della Hellfire non resterà che tiranneggiare la giovane esperta di arti da salotto e tentare di togliersela dai piedi. Di trovarle un marito o rispedirla in Scozia, perché lui è un uomo tutto d’un pezzo.

E che pezzo!

Tant’è, l’imprevedibile Wilhelmina propone al conte di impartirgli lezioni d’amore e Lord Huntly dovrà stare ben attento a non abbandonare la schiera degli angeli custodi.

O finirà dritto in quella dei serafini infiammati d’amore, come il rosso scintillante dei propri capelli e di quelli color borgogna di Wilhelmina.

Commedia Romantica , romance storico di periodo georgiano


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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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