Mary Balogh
Una Dolce Vendetta
(Per i Lettori di Historical Romance, Lettori di Commedie e Lettori di rivalse amorose)
Quando lui la ama tanto da sbagliare tutto
Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno!
Dunque , ennesimo Balogh nel mio carniere, romanzo con molti difetti per lo meno per i miei gusti, complice il fatto che ho letto di fretta rubando tempo alla scrittura. Ma in realtà mi ha incatenato alla pagina e mi ha mostrato l’osso, il mio limite.
Questa storia parte dalla messa a fuoco di una sensazione che ho sperimentato da bambina e cui ho cercato di dar corpo né Un Barone per Fantasma, ci ho girato intorno e l’ho spiegata ma non sono riuscita a essere efficace come la Balogh con un paio di parole: “disgusto” e “attrazione sessuale”.
Mi riferisco agli svenimenti della mia Susanna che dalla comparsa del Barone già nel romanzo del Marchese gli sveniva davanti sopraffatta. Sopraffatta, sì… ma da cosa?
Avevo in mente l’isitinto a rintanarmi quando sopraggiungeva mio cugino in campagna. Avevo meno di dieci anni. Una sensazione mista di vergogna e d’impulso a scappare, fischio nelle orecchie, paura… Ho cercato poi nel Barone nel finale di far spiegare a Susanna quella sensazione e poi invece, ben meglio di Susanna, lo fa Justine in questo romanzo.
Dice la Balogh, la parafraso: quella paura, quel disgusto al semplice sfiorarsi delle mani, era una sommergente attrazione sessuale che la giovane Justin non riusciva a decifrare come tale e che la spaventava.
Ecco la Balogh sulla psicologia ha le idee molto più chiare delle mie, e con questo limite dovrò fare i conti.
Questo romanzo è la storia di un personaggio meraviglioso, un uomo che ama troppo. Gli viene appioppata una fidanzata per un matrimonio combinato, gli viene fatta conoscere e lui appena la vede sviluppa un’adesione totalizzante… perché sarà sua, perché è dolcissima e bella ed elegante, perché si sente subito investito della missione di proteggerla e farla felice e perché subito tutto il suo corpo di giovane maschio la desidera. Solitario, con un passato di figlio unico, senza frequentazioni femminili alle spalle, Max, il conte, ha un solo modo per cercare di essere all’altezza di questo sentimento totalizzante, comportarsi in modo irreprensibile, e tuttavia tutto di lui tradisce l’intensità del desiderio, della passione, dell’amore. E Justine ne viene atterrita, speventata al punto da fuggire con un altro e piantare Max davanti all’altare.
Questa premessa fa da sfondo al romanzo dove a otto anni di distanza si disveleranno due personaggi alle prese con un amore reciproco tanto grande da risultare ancora una volta spaventoso.
Questa storia parte dalla messa a fuoco di una sensazione che ho sperimentato da bambina e cui ho cercato di dar corpo né Un Barone per Fantasma, ci ho girato intorno e l’ho spiegata ma non sono riuscita a essere efficace come la Balogh con un paio di parole: “disgusto” e “attrazione sessuale”.
Mi riferisco agli svenimenti della mia Susanna che dalla comparsa del Barone già nel romanzo del Marchese gli sveniva davanti sopraffatta. Sopraffatta, sì… ma da cosa?
Avevo in mente l’isitinto a rintanarmi quando sopraggiungeva mio cugino in campagna. Avevo meno di dieci anni. Una sensazione mista di vergogna e d’impulso a scappare, fischio nelle orecchie, paura… Ho cercato poi nel Barone nel finale di far spiegare a Susanna quella sensazione e poi invece, ben meglio di Susanna, lo fa Justine in questo romanzo.
Dice la Balogh, la parafraso: quella paura, quel disgusto al semplice sfiorarsi delle mani, era una sommergente attrazione sessuale che la giovane Justin non riusciva a decifrare come tale e che la spaventava.
Ecco la Balogh sulla psicologia ha le idee molto più chiare delle mie, e con questo limite dovrò fare i conti.
Questo romanzo è la storia di un personaggio meraviglioso, un uomo che ama troppo. Gli viene appioppata una fidanzata per un matrimonio combinato, gli viene fatta conoscere e lui appena la vede sviluppa un’adesione totalizzante… perché sarà sua, perché è dolcissima e bella ed elegante, perché si sente subito investito della missione di proteggerla e farla felice e perché subito tutto il suo corpo di giovane maschio la desidera. Solitario, con un passato di figlio unico, senza frequentazioni femminili alle spalle, Max, il conte, ha un solo modo per cercare di essere all’altezza di questo sentimento totalizzante, comportarsi in modo irreprensibile, e tuttavia tutto di lui tradisce l’intensità del desiderio, della passione, dell’amore. E Justine ne viene atterrita, speventata al punto da fuggire con un altro e piantare Max davanti all’altare.
Questa premessa fa da sfondo al romanzo dove a otto anni di distanza si disveleranno due personaggi alle prese con un amore reciproco tanto grande da risultare ancora una volta spaventoso.
Al netto di molti difetti, – bambini, coralità e Natale, tutto un insieme che un po' nella Balogh è ripetitivo, – la dinamica relazionale di Justin e Max è un vero gioiello.
Cinque stelle ma ne meriterebbe cento.
Monica Montanari
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)
Link d’acquisto Una Dolce Vendetta di Balogh
N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé DIECI È MAGGIORE DI UNO.


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