domenica 31 agosto 2014

L'Evoluzione di Calpurnia - Jacqueline Kelly (Salani)

di Mollie Miles
Bellissimo. Non c'è molto da dire. Veramente bellissimo. È la storia di una bambina, del suo nonno e di vermi, lombrichi, opossum studiati con precisione scientifica e con non minore senso di meraviglia. 
Un linguaggio rigorosissimo, lessicalmente ricco senza mai essere stucchevole. Magistrale per vividezza di personaggi e ambienti. 
Chi leggerà questo romanzo avrà modo di seguire il sottotesto sulla condizione femminile e interessarsi in particolare al tonico per signora "Miscela Vegetale di Lydia Pinkham", noto come il Miglior Purificante del Sangue per Donne.
Per i lettori Frittella di Mela, 5 Frittelle di mela ma ne meriterebbe 10.


L'Eroe Ribelle di Suzanne Brokmann (Leggereditore Narrativa 24 luglio 2014)



Sinossi
Gli Stati Uniti si rifiutano di negoziare con i terroristi. Meg Moore ha ben in mente queste parole. Le aveva sentite ai tempi in cui lavorava come interprete in un’ambasciata europea. Quelle stesse parole, però, sono una sentenza di morte per sua figlia e sua nonna, rapite da un gruppo di estremisti. Meg farebbe qualsiasi cosa per salvarle, persino uccidere.

Il marine John Nilsson è convocato a Washington dall’FBI come esperto in negoziazione: una donna tiene in ostaggio un ambasciatore puntandogli la pistola alla testa. Ma quella donna non è una sconosciuta, per lui: non la vedeva da anni, ma non ha mai dimenticato com’era magnifico tenerla tra le braccia. John rischia di distruggere la sua carriera se la aiuta a scappare, ma se si rifiuta di farlo, lei perderà la vita...

Dopo L’eroe ribelle, il secondo romanzo dei Troubleshooters, dove l’amore è rischio, coraggio, passione.




Commento 
di 
Margaret Gaiottina

Adoro questa donna, adoro i suoi libri, ho adorato questo libro. Può essere sufficiente? Di sicuro rende l'idea di quanto quest'autrice sappia conquistarmi con i suoi personaggi, le sue descrizioni, le sue storie. 


John Nilsson è un sogno: giovane, educato, coraggioso e sensuale da morire. Meg è... ecco, a dire la verità un piccolo neo c'è ed è proprio Meg. La maggior parte delle volte mentre leggevo di lei l'avrei strangolata, letteralmente. Soprattutto nei momenti in cui giocava al tira e molla con John. Mi veniva da pensare "Ma scema che sei, non lo capisci che fortuna che ti è capitata con un tipo simile? E tu lo tratti a pesci in faccia". E lei che cercava di seminarlo/abbandonarlo in continuazione. Una rabbia... Lo so, è roba da lettrici, sicuramente. Ma questo mi ha dato anche la misura di come la Brockmann sia capace, ma davvero, di coinvolgere e farmi provare simpatie, antipatie, amore. Meg è una madre, una donna sposata che non si sente adeguata a John, più giovane e fuori dalla sua portata per età e fascino. Il sogno di ogni donna: un vigoroso ragazzo giovane, intelligente e profondo, che ci adori e per il quale siamo più belle, seducenti e attraenti delle sue coetanee. D'accordo, un pochino forse è fantascienza... ma che male c'è a sognare? Il tutto ovviamente inserito in un dramma: il rapimento della figlia e della nonna della protagonista. L'amore tra Meg e John è filtrato da questo sentimento doloroso, dal dubbio sei rapitori uccideranno gli ostaggi oppure no.

Affascinante anche la storia d'amore parallela e minore con tuffo nel passato della nonna di Meg; insolita e piena di sentimento. Noto, come nel precedente romanzo "L'eroe dimenticato" che la Brockmann ha una passione per queste storie rievocate e rivissute accanto alla trama principale. Devo dire che è un espediente che mi piace molto e che dà modo di far diventare un po' "protagonisti" anche altri personaggi che meritano un posto di primo piano. 

Alla Brockmann, anche stavolta dieci e lode, ovvero 5 cassate!


Io sono lo straniero di Giuliano Pasini


di Mollie Miles

Non è per me.
Siamo molto troppo lontani da Case Rosse.
Il romanzo molto sbilanciato ha difetti imperdonabili quanto irrilevanti per il suo pubblico bersaglio: maschi adulti scopaioli e gaudenti che chissà perché amano rispecchiarsi in protagonisti fotogenicamente depressi.
Zac


Piacerà a lettori del tipo “cannolo siciliano” 4 cannoli siciliani

venerdì 29 agosto 2014

All'ombra dell'Impero (Il segreto del Mandylion) di Al Custerlina


 di Mollie Miles

Dei libri letti recentemente è l’unico che mi abbia ispirato le cinque stelle. All’Ombra dell’Impero, Trieste fiorisce come città cosmopolita e scenaario ideale a cavallo tra 800 e 900 per un intrigo internazionale tra spiritualismi, orientalismi ed esoterismi tipici del mood. Tutti a caccia di un mandylion sacro e magico che un’antica linea di custodi intende difendere a ogni costo. Il tutto si coagula attorno ai destini di un bambino. La trama è ben articolata e senza difetti.
I contesti si fanno assaporare ma Custerlina riesce a trattenere la penna impedendosi di fare del bozzettismo: rischio più che mai in agguato nel caso della affascinantissima Trieste che per di più è la sua città. Ciò che colpisce è l’abilità nel declinare il registro dei personaggi ottocenteschi, tanto più sorprendente in lui sparacchiatore di piombo e sputazzatore di sangue a ogni pagina nei precedenti romanzi dedicati al marasma serbo. Custerlina è secondo me uno dei maggiori scrittori del Paese. Uno dei più grandi e mi è stato evidente fin dal suo “La mano nera”. Oltre a trama, scenari e personaggi non resiste alla propria vena pop e delinea personaggi figurina, come il mago, la cinese appena atterrata in provenienza dal pianeta di Kill Bill, un positivista dal vago sapore steampunk, l’ebreo cabalista un po’ Mago Merlino. Forse questa è una debolezza del progetto ma, in mezzo a tanta governata esperienza letteraria, queste debolezze le dobbiamo accettare come la parte più autentica dello scrittore che si rivela nelle proprie genuine passioni e in definitiva finiscono per conferirgli uno stile personale. Bellissimo. 

Per lettori Strudel... 5 Strudel!!!


venerdì 22 agosto 2014

La svolta di Michael Connelly


di Mollie Miles
Un vecchio caso porta Heller a passare dalla parte dell'accusa e a lavorare con Harry Bosch e l'ex moglie.
“Tenere le cose in movimento” è questa la raccomandazione che Heller fa a se stesso per tutto il romanzo e Connelly sembra ripeterselo forse consapevole che un libro su un processo non è facile da rendere tensivo. Beh ci riesce e in più entra nel merito delle strategie processuali meglio di un Grisham devo dire. Si capisce come ordire le varie mosse in un processo americano. Contenuto informativo dunque ricco.
L’idea di affiancare Heller e Bosh in una medesima indagine ci fa smarrire il blues che connota i romanzi con protagonista uno degli Harry più riusciti del quarto di secolo. Il finale aperto fa subodorare il sequel. Insomma l’operazione tattica prefigura davvero una svolta nella gestione del marchio Connelly per emanciparlo dal personaggio di Harry Bosch, ma noi lettori non lo permetteremo.


Per lettori Eclair e per tutti i lettori di Thriller

Allison corre nel buio di Carol O'Connell



di Mollie Miles
Bambini appesi agli alberi e come consulente della detective sociopatica Mallory, una bambina con il sorriso da elfo.
È uno dei romanzi migliori di Carol O’Connell. Ben scritto sopratutto nella prima parte, con un piglio fantastico e trasognato come solo lei sa imprimere a storie propriamente thriller. Il sottotesto, la lezione sul male è sempre debole nella O’Connell in questo caso più che mai piegata com’è alla necessità di parlare di topi, scolaresche, cadaveri appesi agli alberi e bambini Williams. Mallory resta sullo sfondo, divinità lunare troppo occupata a raccogliere lucciole. Fantastico il personaggio della vittima, il ritratto di un bambino che esce con pochi estratti dal diario posti ad inizio capitolo, un bellissimo personaggio davvero. 


Per lettori Eclair



American Gods di Neil Gaiman



di Mollie Miles
Shadow galeotto pentito e di poche parole viene assunto da un anziano truffatore che sotto l'ampia falda nasconde un'identità più antica e ingombrante
Il senso della lettura sta nel sottotesto e questo rappresenta insieme la debolezza e la forza del racconto. La trama è un periplo inconcludente significativo solamente per il valore simbolico di personaggi ed eventi. Ben scritto e spiritoso si fa rimpiangere tuttavia per la capacità di evocare archetipi effettivamente risonanti. Accade così a libro finito, nei giorni successivi, di scoprirci nostalgici dei bellissimi personaggi chiamati a incarnare nell’America di oggi le divinità originarie e ancestrali che tanti immigrati in mezzo millennio hanno portato con sé chiusi in mente e cuore da tutte le parti del mondo.


Per lettori Macarons




domenica 10 agosto 2014

La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker


di Mollie Miles

 


Eccola diciamola questa verità. Questo è un libro sui libri. Ce ne sono tanti, uno è il molto migliore e non vecchissimo “La tredicesima storia” per esempio di Diane Setterfield. Cominciamo perciò a parlare del libro prima ancora del romanzo. Prima osservazioni delle tante in ordine sparso. Chissà quante pagine ha questo libro? È il primo libro non libro che leggo su Kindle e ho la sensazione di fluttuare in una nuvola di parole. Non ho il senso del percorso compiuto, quel senso suggerito man mano dallo spessore della parte sgualcita e grigetta del libro. Ma l’esperimento è riuscito e da ripetere. La pagina e la frase si apprezzano come su carta e il kindle modello base non stanca affatto. Evviva. Seconda considerazione in ordine sparso: oggi, tu personaggio letterario se non ti chiami Harry sei una merdina. Un po’ di citazioni:  le prime che mi vengono, a caso: Harry Potter, Harry Bosch, Harry Hole, Harry Quebert appunto. E veniamo a noi, perché “libro sui libri”? Perché ogni capitolo di questo libro è introdotto da un consiglio di scrittura, perché racconta la faticosa genesi di tre libri, perché racconta degli scrittori attesi a queste tre opere. Il sottotesto ha qualcosa a che spartire con la tesi del film “Centochiodi” di Ermanno Olmi. Detta molto per le spicce: i libri non contano, ciò che conta è la vita e l’amore. Ma il nostro Dicker si spinge a dirci di più; ci dice che gli scrittori in sé sono delle schifezze d’uomini. Questa cosa va approfondita perché, capito questo, si capisce tutto di come funziona questo “romanzo”. L’autore si premura non solo di creare personaggi di scrittori cialtroni e inaffidabili, vanagloriosi e narcisisti, Dicker sembra proporsi di dimostrarlo con i fatti e tiene fede all’assunto lui per primo. Arrivo a questa conclusione dopo la perplimente lettura del primo e del secondo capitolo. Il primo e il secondo capitolo vengono introdotti dalla raccomandazione che siano avvincenti perché da essi dipende la fidelizzazione del lettore. Per dimostrarci quanto è poco furbo lo scrittore in genere, lui Dicker non escluso, come primo e secondo capitolo stila due tirate scassapalle sulla fatica di scrivere. E pensare che il lettore che ha acquistato, lo credeva meschino, un libro giallo. Tant’è che il marito del lettore che parla,  dopo due capitoli è andato a scaricarsi un bel Carol O’Connell a 5 euro. Insomma gli sarà costata una certa fatica ma a insegnarci di non fidarci degli scrittori Dicker ci riesce bene fin da subito. Gli serve a sorreggere intellettualmente l’enigma del romanzo, “chi ha ucciso Laura Palmer?”. No, lei si chiama  Nola in realtà, quasi come la bambola ibseniana, ma il clima è davvero alla “Tween Peaks” e si sorregge sul presupposto che a farla secca possono essere stati tutti nessuno escluso, nessuno è al di sopra del sospetto. Il giallo si svolge in un universo relativamente chiuso, i possibili killer sono predeterminati e Dicker sfida il lettore a indovinare l’autore del crimine appunto mettendo in chiaro che il protagonista è inaffidabile e perfino lui lo è in quanto scrittore materiale. Insomma non c’è patto narrativo che tenga, ci fregherà e lo dice onestamente. Ci mette un’eternità a farlo, ma senza ausilio di spessore grigetto non posso esprimermi in modo oggettivo, mi è parso un romanzo molto lungo. Dicevo ci mette un'eternità a fregarci ma ci riesce benissimo. Scechera “I peccati di Payton Place” con “La Versione di Barney” e l’unica cosa a salvarsi sono le telefonate alla madre ebrea degne del miglior Woody Allen / Moni Ovadia. A proposito di Woody, il libro gli viene piuttosto a fagiolo con la tesi fantasy che non c’è crisi di mezza età che tenga, non si tratta di sindrome di Peter Pan: semplicemente i cinquantenni che mollano tutto per le ragazze scoprono per la prima volta l’amore vero in quanto tale ricambiato. Con le ventenni che si stracciano le vesti per i miei befanoni coeatnei, siamo al paranormale, né più né meno dei ganzi romance che vorrebbero tanto spupazzare le loro eroine ma si trattengono per non far loro del male. Simmetrico maschile con maggior allure letteraria sol perché maschile appunto.
Sconsigliato per tuttissimi con un'attenuazione rispetto ai lettori "Bomboloni alla Crema" che si sa sono pericolosamente imprevedibili.

venerdì 8 agosto 2014

Un incontro perfetto
Judith McNaught
  Sperling & Kupfer 1995

Sinossi
Dai deserti del Texas alle nevi del Colorado, fino agli scintillanti scenari del cinema hollywoodiano, un'avventura travolgente intessuta di romanticismo e di suspense. Una love story sbocciata in modo repentino e rocambolesco per uno scherzo del destino.
Julie, una dolce e incantevole ragazza che, dopo un'infanzia difficile ed infelice, pare aver trovato un equilibrio nell'insegnamento in una scuola elementare, viene improvvisamente rapita da Zack, un disperato detenuto appena evaso di prigione. Attore e regista dal carisma straordinario, noto seduttore dal fascino rude, costui era stato condannato, cinque anni prima, per l'omicidio della moglie. Da quel momento aveva atteso, con muto spirito di sopportazione, l'istante in cui sarebbe fuggito per provare al mondo intero la sua innocenza e smascherare finalmente il vero assassino. Ma il piano, meditato con trepidante speranza per lungo tempo, fallisce.
Braccato dalla polizia, a Zack non rimane che una possibilità per raggiungere il suo rifugio: impossessarsi dell'auto di Julie, costringendo la giovane a seguirlo verso un'improbabile liberta'. Ha così inizio un viaggio pericoloso e turbolento durante il quale, in un'altalena di colpi di scena e di attimi di intimita', in un oscillare continuo di stati d'animo: dalla paura al rimorso, dalla tenerezza al terrore, affiora a poco a poco tra i due protagonisti una passione destinata a cambiare profondamente le loro vite.
Una terribile prova, pero', li condurrà ad un'amara separazione? Solo la fiducia e l'inaspettato intervento della fortuna potranno offrire a Zack e a Julie la possibilità di coronare il loro sogno d'amore.
Best-seller negli Stati Uniti, questo romanzo è avvincente, orchestrato con mano sapiente attraverso una narrazione capace di spostare le lacrime al sorriso, la delicatezza alla tensione..

Commento di Margaret Gaiottina:


Questo romanzo fu pubblicato nel 1995 da Sperling & Kupfer poi nel 1997 e infine nel 2001. È considerato una pietra miliare nel genere romance ed ha ottenuto numerosissime recensioni molto positive. Cosa che mi ha veramente incuriosita.
Si tratta di un romanzo molto lungo di cinquecento e passa pagine ed così lungo perché la storia comincia proprio dagli albori, da quando la protagonista femminile, Julie, era bambina il protagonista maschile, Zack, appena un ragazzo.
Zack Benedict nasce ricco ma per una serie di vicende familiari casca ben presto in disgrazia, mentre Julie Mathison ha origini povere ma il destino la premia con una famiglia adottiva che l'adora.
Zack, divenuto intanto un divo del cinema, continua ad essere abbastanza sfigato perché finisce in prigione per un omicidio non commesso (che fortuna eh?). Evade e durante la sua fuga incontra Julie e decide di prenderla in ostaggio. Da qui si dipana la storia vera e propria. Lunghissima.
Personalmente ho trovato l'inizio un po' lento, la parte in cui si descrive l'infanzia difficile di Julie un po' barbosa e forse non avrei resistito nella lettura se non fosse stato per i commenti delle altre lettrici a dir poco entusiasti. Al momento del rapimento il romanzo invece entra nel vivo e finalmente decolla.
Notevole l'altalena di umori e stati d'animo dei protagonisti descritti in maniera sapiente dall'autrice e dosati benissimo. Per il resto, bisogna ammettere che in questo romanzo c'è di tutto, ma intendo proprio di tutto: l'elemento del mistero, visto che autore dell'omicidio in questione non è Zack a un certo punto si scoprirà il vero colpevole. C'è anche una mezza suspance perché ci sarò un momento in cui si innescherà nella mente della protagonista un dubbio atroce: lo ha fatto o non lo ha fatto? Dubbio che ovviamente alla lettrice di un romance non potrebbe mai venire, ma tant'è.

C'è soprattutto il contenuto Romance con la r maiuscola che la fa da padrone, in modo particolare nell'ultima parte che diventa proprio di genere, forse anche una punta troppo dolce per i miei gusti. Insomma, un romanzone che mi ha fatto davvero piacere incontrare, mi ha lasciato la sensazione di aver letto qualcosa di veramente corposo e soddisfacente, mi ha fatto compagnia per tanti giorni. Ecco, c'è anche questo, ai personaggi ci si affeziona davvero, perché li ritrovi per molto tempo e coinvolti in vicende varie. Della stessa autrice consigliano molto "Paradise", romanzo antecedente a "Un incontro perfetto" in cui troviamo la coppia Matt e Meredith Fallen che in questo di cui scrivo è stata parecchio presente. Personalmente aspetterò un po' prima di leggerlo, due di seguito sarebbero un po' troppi. Ultimissima considerazione: queste americane sono davvero maestre dei romance, non c'è che dire, bisogna imparare dalla loro bravura.