sabato 25 luglio 2015

Laguna blu 2.0 : L'isola dell'amore proibito.




Tracey Garvis Graves “L'isola dell'amore proibito” Edizioni Garzanti



di Fanny Goldrose




L'isola che non ti aspetti

Chi non ha mai sognato di trovarsi su un'isola deserta in un atollo delle Maldive? Sabbia bianca, una laguna tutta per noi. Peccato che la storia cambi sapore se ci si arriva dopo aver quasi perso la vita in un ammaraggio di fortuna, precipitati con l'aereo che avrebbe dovuto portarvi in vacanza. 



Il paradiso proibito

Anna insegnante di inglese trentenne e fidanzata con un uomo che non la rende felice, accetta un lavoro extra: delle ripetizioni estive a Tj, un ragazzo di sedici anni, durante una vacanza retribuita in un'isola delle Maldive. Mentre sono in volo per raggiungere la meta incantevole, l'aereo precipita, catapultandoli in una realtà dove, più che trovarsi in paradiso, ingaggeranno una vera e propria lotta per la sopravvivenza. 

L'isola dove l'amore non può attendere

Anna e Tj, Tj e Anna: il desiderio di essere salvati, la voglia di farcela e di proteggersi l'un l'altra... tutto questo li aiuterà a scoprire un nuovo lato di se stessi e a creare un cosmo dove anche l'impensabile e l'inverosimile divengono realtà. Anna e la rinuncia ai propri desideri compiuta per assecondare un uomo che non l'ha mai capita; Tj e l'uomo che sboccia in lui facendolo crescere in fretta dentro e fuori. 

Emozioni proibite

Mentre vivono quest'avventura ti senti catapultato in quello scenario ed è come se lo vivessi con loro, mentre inconsciamente fai il tifo e ti innamori di questi personaggi semplici ma profondi e di questa storia così ricca di cose normali che diventano speciali fra le righe ben scritte dall'autrice che ha saputo regalare un sapore dolce e piacevole alla storia. Paura, dolore, speranza, disperazione e un amore potente, che sfida gli occhi e le parole. Tutto è miscelato nelle giuste dosi. 


Un'isola in mezzo al mare in compagnia di qualcuno che, prima o poi, finirete per amare

Un romanzo adatto a chiunque ami le storie d'amore colorate di rosa e di beige, come un gelato fragola e nocciola dove la dolcezza sposa la fragranza. Una bella storia senza troppe pretese che vi lascerà soddisfatti e, al contempo, arricchiti di consigli utili in caso vi ritrovaste persi sopra un'isola in mezzo al mare in compagnia di qualcuno che, prima o poi, finirete per amare.

Fanny Goldrose lo consiglia ai lettori romantici per il quale l'amore resta è sopratutto faccenda di cuore



Libri per dessert : immagine estiva per la home.

Al posto di questa immagine, c'era una recensione che ho tolto per non fare ingiustizie. Con alcuni autori da me molto amati sono particolarmente esigente e questa aspettativa rischia di penalizzarli invece di favorirli.  (Monica Montanari)

mercoledì 8 luglio 2015

I fantasmi della Mitchell per due ragazzine streghe a sorpresa

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L’estate dei fantasmi 

di

Saundra Mitchell


Recensione di Monica Montanari
 

Molto molto carino, ha uno sviluppo imprevedibile. Senza mai superare la plausibilità sviluppa un bel ritratto del contesto ambientale e sociale. È un Lansdale più fresco e divertente.

Due ragazzine giocano da sempre alle streghe, potete immaginare la meraviglia quando una di loro scopre di esserlo davvero.
In un’estate di lapidi, villette, caldo e tanti sassi, la protagonista cercherà di salvare il rapporto con l’amica offesa dal fatto di non essere strega. O per lo meno di non esserlo abbastanza.
Costa quasi nove euro, ma li vale.

Consigliatissimo ai lettori favolosi delle Frittelle di mela, ai macabrosi dello Strudel, ai rivoluzionari Macarons, ai cervellotici Eclairs.

 



sabato 4 luglio 2015

Nell’Appennino i vampiri mordono così.

Macrina Mirti: I suicidi vanno all’inferno

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Monica Montanari lo consiglia a lettori con gusto macabro e sguardo ultramondano (strudel) e amanti delle favole (frittelle di mele).

Demoni dalle braccia a pinna di pesce

Il romanzo ve lo godrete per atmosfere, affabulazione e invenzioni. Il ventre della terra pullula di demoni dalle braccia a pinna di pesce. Sopra c’è il corridoio bizantino, le montagne malate, la fonte calda dello Scheggia, il monastero di Sant’Antiochia e le sue monache dai corpi cosparsi di puntini rossi.
Sono forellini, piccoli e tantissimi perché nell’Appennino i vampiri mordono così: come pirana dai denti d’ago.  Meraviglioso. Ci sono tanti temi mitografici e non era facile fonderli con grazia tanto bilanciata.
 Il romanzo si dipana in una spirale conica. Punta verso il basso: al ventre della terra e ai tempi remoti del medioevo. In pratica abbiamo un grosso nucleo antico.

Uno Strega, fasciato in un simil-Harmony

È la storia di due giovanissime suore medioevali: Agnese e Matilde. È scritta con grazia maggiore di una Martinez e al livello di una Chevalier.  Il tutto è però inserito in una cornice a noi contemporanea, trattata questa con registri sbagliati.
In pratica la voce narrante naturale di Macrina Mirti è quella della Matilde medioevale e in quel contesto è più che perfetta. Non altrettanto perfetta è quella voce per raccontare la vicenda odierna. La voce narrante della giovane protagonista contemporanea presenta forzature emotive forse per intercettare il pubblico del romance.
Ma il pubblico di questo romanzo è quello di un Colitto, non quello di una James! Potete immaginare il disastro. Abbiamo un romanzo degno dello Strega, fasciato in un involucro simil Harmony.

Un diamante in carta stagnola

Certo è, questo I Suicidi vanno all’inferno  paga pegno ai difetti di struttura. Macrina Mirti sembra essere uno di quegli scrittori tanto più bravi quanto più insicuri dei propri meriti. Insicuri al punto di aver fatto tutto ma veramente di tutto per rovinare uno splendido lavoro.
Il colpo fatale  lo dà un capitolo introduttivo dedicato alle antiche gesta di tal Totila. Io l’ho saltato a piè pari, tanto per dire, e nel romanzo tutto resta assolutamente chiaro. Vi sono poi delle piccole contraddizioni interne nella parte gioiello, ma aspetti lievissimi.
Questo romanzo è un diamante montato in carta stagnola. Bisognerebbe intervenire rapidamente come segue. Si dovrebbero sterminare Totila e i suoi (il capitolo introduttivo). Si dovrebbe dare alla protagonista almeno una quarantina d’anni, falcidiare un bel po’ di aggettivi nei capitoli iniziali. I superstiti vanno posposti ai sostantivi. Alla prima apparizione ectoplasmatica, l’emotività della protagonista andrebbe asciugata. 

Ma il diamante è perfetto

Il resto va lasciato così com’è:  è perfetto. Le lievi contraddizioni possono essere smerigliate ma non è essenziale. Le noto io perché sono pedante. 
Mi auguro davvero che si intervenga e si ricarichi il tutto su Amazon. Sarà mia cura darne conto se e quando accadrà. Cinque stelle alla favola gotica, tre stelle alla cornice. 
Facendo la media: quattro stelle per questi suicidi diretti all’inferno. 
Anzi! 4 strudel per lettori macabrosi e 4 frittelle di mele per i lettori favolosi :-)