domenica 12 maggio 2024

Quando mi amava la mia lettrice, i rimpianti di Rebecca Ruger




Rebecca Ruger

Quando mi Amava

(Per i Lettori di Storie in Costume e Lettori di Rivalse amorose) 

Recensione
di Monica Montanari 


Arieccoci con l’eroina azzerbinata.

Dalla vostra Lyanne Quay! 🙂
Eccoci con “Quando mi amava”, gran delusione malgrado la cover molto carina e la grandissima gestione dei personaggi.
Vi faccio un esempio sul bel passo narrativo di questa autrice: la ragazzina spinta dall’amore per un uomo impossibile durante un ricevimento a casa sua va nel suo studio, si siede nella poltrona della sua scrivania, lo immagina lavorare lì, accarezza i braccioli di cuoio dove lui posa spesso le mani. Senza parole, questa scena dice tutto, purtroppo però l’autrice fa, come troppo spesso accade, il passo più lungo della gamba. Esplora la vessazione.
Come sapete sul tema sono sensibile. In questo romanzo lui innamoratissimo, si convince di essere stato raggirato e, sposata la ragazza, la pianta in campagna e sparisce per un anno. Questa la sfida del romanzo, e la signora Ruger la perde. 

Ve lo dico una soluzione non avrei saputo trovarla… Sì, cioè, lei potrebbe vendere delle cose della casa di campagna, nascondere i soldi e accantonato un gruzzolo andarsene e chiedere l’annullamento. … Il fatto è che poi la storia d’amore come la ricomponi… nel senso… sì, quando lui torna, lei potrebbe mettergli una condizione: se mi vuoi, mi fai un fondo fiduciario e mi intesti la tenuta dove mi hai confinato, così posso scacciarti quando voglio… Non so… Secondo me con uno che ti di sposa e il giorno stesso ti pianta da sola per un anno, non c’è rimedio. Voglio dire: gli eredi te li pianti nel culo – che è anche il problema che mi ha impedito di proseguire nella lettura di un romanzo di Amanda Blake Un dandy in ritirata.
Al fondo, dietro la mia solita polemica sui maschi prevaricatori dello storico c’è sempre il tentativo delle autrici di creare un ostacolo interno alla coppia con la stronzaggine di lui. E va bene così sia, a sto punto mi arrendo, ma allora devi mettere una controparte in grado di rispondere colpo su colpo, invece queste che si fanno prendere in giro proprio non le sopporto.
Ciliegina sulla merda, il romanzo tradotto evidentemente con sistemi automatici ha congiuntivi a casaccio, modi di dire assurdi e lessico spesso del tutto sbagliato.

Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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