venerdì 24 maggio 2024

Le Malizie del Duca e la stanchezza di Guhrke

 



Laura Lee Guhrke

Le Malizie di un Duca

(Per i Lettori di Storie in Costume, Lettori di Commedie) 

Recensione
di Monica Montanari 


Un duca dalla devastante bellezza

Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno
Dunque appena posata la penna mi sono ricatafottuta a leggere historical romances, forse troppo presto, forse sono satura. Fatto sta, questo libro - di un’autrice che mi piace e consigliato da Amarilli i cui gusti librari incrociano felicemente i miei - non mi è piaciuto. Non è che non mi abbia convinta, proprio non mi è piaciuto per niente. Ha un inizio molto bello con due pagine esemplari che allego stotto, ma per il resto è un racconto stanco con protagonisti che, col girar le pagine, diventano sempre più stilizzati, come figure sulle carte da gioco, come segnaposti. E il dispositivo di scioglimento è scontato e telefonato. Ecco le due bellissime pagine che vi dicevo:
“Mi piacerebbe vedervi ebbra.” Non immaginava perché mai potesse volere una cosa simile. Le era capitato, tornando a piedi di notte dalla sartoria, di vedere persone ubriache che barcollavano sui marciapiedi o sulla soglia delle taverne, cantando a perdifiato canzoni allegre e chiassose. Non le sembrava affatto una condizione piacevole. Eppure, ricordando quelle parole, desiderò che fossero state registrate da uno dei grammofoni di Berliner per poterle riascoltare a piacimento, per risentire lo strano tono sommesso che l’aveva fatta arrossire fino alla radice dei capelli.
— Con permesso, sir. — Una voce risuonò dall’ingresso del palco interrompendo i suoi pensieri. Voltandosi, Prudence vide un valletto in livrea con in mano un vassoio, sul quale poggiavano alcuni alti calici di cristallo e un secchiello d’argento con dentro del ghiaccio e una bottiglia di champagne.
— Ho qualcosa per gli Ogilvie. 
— Dev’esserci un errore! — esclamò zio Stephen, mentre il valletto sistemava il vassoio sul tavolo. — Noi non abbiamo ordinato nulla.
— Con gli omaggi di Sua Grazia, il duca di St Cyres — spiegò il valletto stappando lo champagne. Lo versò nei bicchieri e ne porse il primo a Prudence, insieme a una piccola busta bianca. — Per la signorina Bosworth, da parte di Sua Grazia.
Lei ghermì la busta prima che potesse farlo sua zia.
Mettendo da parte il bicchiere, ruppe il sigillo e aprì il biglietto.
“Signorina Bosworth, se esiste una cosa più insulsa dell’opera tedesca, è la limonata. Il vostro umile servo, St Cyres.”
Lo lesse tre volte, facendo scorrere la punta delle dita sotto i tratti duri e marcati della sua calligrafia, poi infilò il biglietto con riluttanza nella borsetta.
“Com’è premuroso” disse, rispondendo con un dolce sorriso all’espressione acida della zia. Prese il bicchiere e bevve un sorso di champagne: lo trovò delizioso proprio come tutti dicevano, ma fu solo una distrazione temporanea dal ben più delizioso pensiero che occupava la sua mente.
Spostando l’attenzione sull’altro lato del teatro, Prudence estrasse il binocolo dalla tasca e lo usò per scrutare i palchi di fronte. Lo localizzò quasi subito, come se avesse percepito la sua posizione grazie a un misterioso legame spirituale, e si accorse con sorpresa che anche lui la stava guardando.
Era poggiato all’indietro sulla poltrona, il binocolo in una mano, il calice di champagne stretto nell’altra, e guardava dritto verso di lei, con la testa piegata su un lato e le labbra curvate in un accenno di sorriso. La visione le suscitò un piacere così intenso da farle male.
Abbassando il binocolo, Prudence sollevò il calice in segno di riconoscenza. Il duca rispose facendo altrettanto.
Bevvero lo champagne contemporaneamente, e lei si sentì stordita come se ne avesse bevuta un’intera bottiglia. Le luci calarono e l’opera riprese, ponendo fine a quel momento magico. Prudence si fece indietro sulla poltrona e rivolse lo sguardo al palcoscenico, ma nella sua mente vedeva solo lui.
La solenne musica tedesca riecheggiava nel teatro, ma lei sentiva solo il sussurro della propria sognante speranza. “Se solo…” Si premette le dita sulle labbra. Impossibile che un duca dalla devastante bellezza potesse innamorarsi di una zitella paffuta e piuttosto ordinaria, con i calli sulle dita e il sangue di comuni contadini dello Yorkshire nelle vene. Impossibile. Eppure, seduta lì al buio, Prudence lo immaginava lo stesso.
Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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Link d’acquisto a Un Conte per Tiranno di Quay

Imprevedibile e focosa come può esserlo una vera irlandese, e senza amore come può esserlo unicamente un’orfana, lady Wilhelmina Osraige deve affrontare da sola il soggiorno a Londra per la “piccola stagione” invernale.

È però lord Iain Middleton, terzo conte di Huntly, l'imperturbabile e ascetico banchiere, a doversi occupare di lei, con grande sgomento di entrambi, e a sovrintendere la sicurezza e il benessere della lady poco più che ventenne.

Al più integerrimo dei confratelli della Hellfire non resterà che tiranneggiare la giovane esperta di arti da salotto e tentare di togliersela dai piedi. Di trovarle un marito o rispedirla in Scozia, perché lui è un uomo tutto d’un pezzo.

E che pezzo!

Tant’è, l’imprevedibile Wilhelmina propone al conte di impartirgli lezioni d’amore e Lord Huntly dovrà stare ben attento a non abbandonare la schiera degli angeli custodi.

O finirà dritto in quella dei serafini infiammati d’amore, come il rosso scintillante dei propri capelli e di quelli color borgogna di Wilhelmina.

Commedia Romantica , romance storico di periodo georgiano


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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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