domenica 2 giugno 2024

Ciuffi l’intrusa dell’historical romance





Roberta Ciuffi

L’Intrusa

(Per i Lettori di Storie in Costume, Lettori di Rivalse Amorose) 

Recensione
di Monica Montanari 


Una bimba e il suo amore impossibile

Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno

L’Intrusa di Roberta Ciuffi è impeccabile, ritratti riusciti e personaggi vividi, ben contestualizzato organizzato etcetera. La Ciuffi rimane una grande scrittrice in assoluto, purtroppo io non sono la lettrice giusta per il romance a tinte forti, melodrammatico. Questo romanzo è una tale compilation di sfighe che consiglierei alla Ciuffi prima di scrivere il prossimo di darsi una botta di ottimismo con i lupini psicotropi della Giusy De Nicolo (Echi di sangue). Mainagioia all’ennesima potenza come direbbe la Barbara Tricotting Ajroldi (cintura nera di maglieria e letture FB). Il lietofine ti strappa le lacrime per gratitudine, ci arrivi dopo mille mila pagine più stremato della protagonista. Ovviamente cinque stelle, ma le lettrici in vena di leggerezze sono avvertite.
Trattasi di polpettone, ovvero di un historical scuro.
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Segue un commento più dettagliato e inevitabilmente a rischio di rivelare troppo. Lo aggiungo perché Roberta Ciuffi giustamente ritiene il termine polpettone come allusivo a un rimescolamento di avanzi, io invece alludo a un piatto troppo speziato e qui spiego perché.
Anche i libri di Lorraine Heath si beccano il mio “polpettone”, ma come quello della Roberta Ciuffi sono fatti a regola d’arte. Ciuffi dipinge personaggi e situazioni in modo ineccepibile, ma questa storia appartiene proprio alla tradizione del melodramma e dello sceneggiato. È enfatica nei temi anche se trattati con misura.
La cosa più bella del libro è l’immagine della bambina con la cuffia a pararle lo sguardo, come accade ai cavalli con i paraocchi. Lei sbircia i ricchi e il giovane lord dei suoi sogni appena sedicenne, ma la bimba con la cuffia agli occhi del giovanissimo nobiluomo, non è altro che un angelo grigio.
La bimba fustigata a staffile dalla nonna “nonconformista” (ho apprezzato la cultura di questo accenno), in un lavoro di sapore più british pur restando nell’orrore dickensiano, sarebbe stato ingrediente sufficiente, senza arrivare a costruire una madre coraggio / prostituta / ubriacona…
Questo eccesso è di gusto prettamente latino, dalle telenovela, alla sceneggiata napoletana, all’opera lirica. È mia opinione che la Ciuffi volesse esplorare la critica sociale, mostrare i signori del maniero come visti dalla prospettiva delle persone del popolo, dei commoner e della servitù, una prospettiva capace di far crollare la facciata di perfezione e ogni allure.
La Ciuffi fa crollare gli altarini uno a uno dei signori aristocratici e nel romanzo si salvano le figure del popolo: le due cameriere amiche, i sottoposti, la ragazzina di paese. Neppure l’eroe, il lord di turno, si salva, non mostra magnanimità, si vergogna della donna che ama perché di bassa estrazione, è piccolo piccolo. La Ciuffi mostra come la scelta etica non sia faccenda per poveretti piegati dal bisogno, come diceva Meneghello. 🙂 In pratica la narratrice si appoggia al segmento di pubblico incline al melodramma per sviluppare un romance che tradisce alle fondamenta il patto narrativo del rosa storico di ambientazione inglese: l’aristocrazia come luogo sociale del meraviglioso. In pratica questo non è un period romance, ma un period -romanzo con una tesi sociologica. Io preferisco il trattamento degli universali della condizione umana: dal figlio di Ettore tra le braccia di Andromaca che sulle mura di Troia gioca con le piume dell’elmo del padre prima che questi vada a farsi ammazzare in battaglia… ai fantasmi alla cui esistenza preferisce credere il marito becco di Eduardo, invece di affrontare la realtà dell’adulterio… L’individuo osservato da vicino capace di esprimere insomma grandezza nella propria meschinità. Tutto ciò per chiarire che il “polpettone” non è affatto demolitivo ma fa rifermento alle mie personali capacità digestive.



Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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Link d’acquisto a Un Conte per Tiranno di Quay

Imprevedibile e focosa come può esserlo una vera irlandese, e senza amore come può esserlo unicamente un’orfana, lady Wilhelmina Osraige deve affrontare da sola il soggiorno a Londra per la “piccola stagione” invernale.

È però lord Iain Middleton, terzo conte di Huntly, l'imperturbabile e ascetico banchiere, a doversi occupare di lei, con grande sgomento di entrambi, e a sovrintendere la sicurezza e il benessere della lady poco più che ventenne.

Al più integerrimo dei confratelli della Hellfire non resterà che tiranneggiare la giovane esperta di arti da salotto e tentare di togliersela dai piedi. Di trovarle un marito o rispedirla in Scozia, perché lui è un uomo tutto d’un pezzo.

E che pezzo!

Tant’è, l’imprevedibile Wilhelmina propone al conte di impartirgli lezioni d’amore e Lord Huntly dovrà stare ben attento a non abbandonare la schiera degli angeli custodi.

O finirà dritto in quella dei serafini infiammati d’amore, come il rosso scintillante dei propri capelli e di quelli color borgogna di Wilhelmina.

Commedia Romantica , romance storico di periodo georgiano


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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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