Janna MacGregor
Baciata dal Destino
(Per i Lettori di Historical Romance, Lettori di Rivalse Amorose)
Donne troppo amate
Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno!
A metà romanzo, volevo buttare il kindle nel camino. Eh sì, siamo davanti al genere polpettone, non c’è la ben minima spiritosata, non dico ironia, ma nemmeno arguzia. E dunque in pieno polpettone romance, c’è un vero profluvio di retorica del dolore. L‘eroina si affanna per cercare di emancipare i propri diritti di persona, ma viene sistematicamente frustrata e, a parte soffrire, non fa nulla di pratico, tipo farsi sverginare in piazza da uno stalliere sposato, per dire, travolgendo la famiglia nello scandalo talchè nessuno avrebbe più potuto obbligarla a sposarsi.
Avrebbe potuto pretendere i soldi della propria dote e aprire una bottega no?
No.
Queste eroine aristocratiche soffrono molto la deplorevole condizione della donna ottocentesca e di mandare solennemente a fanculo qualcuno non se lo sognano proprio. Che patimento, chi me lo fa fare di leggere ‘sta roba?
E però alla fine ho messo ben cinque stelle a questo romanzo.
Non c’è arguzia ma c’è intelligenza, perche il romanzo sviluppa alla perfezione il tema del valore delle donne versus il loro potere.
Il che mi dà l’occasione di farvi una “maternale” (così accontentiamo la lessicalmente pedantissima Roberta Ciuffi , l’unica italiana da me letta a livello di una Balogh e di cui non mi stanco di consigliare ”Un inglese per miss Sinclair”, la quale Ciuffi però non vuole che io mi definisca ”narratore”, pretende “narratrice”).
La maternale avrà per oggetto l’inversa proporzionalità tra valore e potere e il quesito: essere ricettacolo d’affetto rende una persona ”importante”?
Le due questioni, che poi sono una sola, sono cruciali nel cammino di emancipazione femminile.
Il valore riconosciuto alle donne è inversamente proporzionale al loro potere. Ti apro la portiera, ti risparmio ogni bruttura perchè ti amo, ma tu obbedisci, potere zero. Le società dove le donne vengono protette sono le società dove le donne hanno poco potere. La matriarca meridionale, cui i figli si inchinano come davanti a Santa Rosalia, non ha in realtà il controllo sulla propria vita. Viceversa la donna che decide della propria vita e sessualità liberamente ha perso valore, deve affrontare la conflittualità senza scudi.
Dunque, attenzione a voler essere trattate come principesse dai vostri corteggiatori, perché il controllo sulla vostra vita vi scivolerà via dalle dita. Era vero ieri e resta vero anche oggi. So che non volete sentirvelo dire, che è meglio ignorare quanto terreno cediamo ogni giorno alle esigenze altrui. Tuttavia non guardare la realtà per ciò che è cala anche davanti al volto della donna occidentale una specie di velo islamico. La retribuzione media delle donne italiane è inferiore a quella dei maschi, anche se diciamo ”architetta” e “ingegnera”.
Lungi dal poter dire che la mia vita sia libera da contraddizioni, mi ritrovo con tutti i miei bei discorsi a non poter più riparare una presa o guidare il trattorino tagliaerba, o guidare la macchina se si va da qualche parte, perché mio marito è tanto gentile… solo per fare un esempio. E gli ho ceduto il controllo del denaro. Mi dico che è per pigrizia, ma di fatto se ho bisogno di denaro non prendo la macchina e vado a prelevare in banca, bensì lo chiedo a lui. Nei decenni, questo ha prodotto un fatto: non so nemmeno dove abbiamo i conti bancari. Le decisioni sulla ditta le prendo io, tuttavia mi piace farmi servire e lo pago in termini di autonomia e controllo sulla mia vita.
Per la protagonista di questo romanzo è vitale riscattare l’amica morta per mano di un marito violento. Per tutto il libro cerca di partecipare al proprio entourage familiare e affettivo il proprio scandalo per l’uccisione dell’amica, ma nessuno sembra disposto a considerarlo un abominio, bensì la degenerazione patologica di un sistema sociale peraltro perfettamente oliato. L’eroina corre sulla ruota del criceto senza arrivare da nessuna parte, finché l‘amore non poterà in dote il riscatto dell’amica e la possibilità per l’eroina di aiutare altre donne tramite la creazione e gestione di un banco dei pegni per il microcredito alle signore. Il sottotesto di questo scioglimento conferisce all’eroina alla fine un potere notevole sulla realtà, ma intermediato dall’amore degli uomini di famiglia. Sebbene dunque la Mac Gregor sviluppi e risolva il suo tema in modo intelligente, pur di salvare la centralità dell’amore toppa sulla questione femminile. Alla fine gli uomini dell’entourage dell’eroina le dicono: abbiamo agito perché ti amiamo, non perché ci hai convinto.
Il che mi dà l’occasione di farvi una “maternale” (così accontentiamo la lessicalmente pedantissima Roberta Ciuffi , l’unica italiana da me letta a livello di una Balogh e di cui non mi stanco di consigliare ”Un inglese per miss Sinclair”, la quale Ciuffi però non vuole che io mi definisca ”narratore”, pretende “narratrice”).
La maternale avrà per oggetto l’inversa proporzionalità tra valore e potere e il quesito: essere ricettacolo d’affetto rende una persona ”importante”?
Le due questioni, che poi sono una sola, sono cruciali nel cammino di emancipazione femminile.
Il valore riconosciuto alle donne è inversamente proporzionale al loro potere. Ti apro la portiera, ti risparmio ogni bruttura perchè ti amo, ma tu obbedisci, potere zero. Le società dove le donne vengono protette sono le società dove le donne hanno poco potere. La matriarca meridionale, cui i figli si inchinano come davanti a Santa Rosalia, non ha in realtà il controllo sulla propria vita. Viceversa la donna che decide della propria vita e sessualità liberamente ha perso valore, deve affrontare la conflittualità senza scudi.
Dunque, attenzione a voler essere trattate come principesse dai vostri corteggiatori, perché il controllo sulla vostra vita vi scivolerà via dalle dita. Era vero ieri e resta vero anche oggi. So che non volete sentirvelo dire, che è meglio ignorare quanto terreno cediamo ogni giorno alle esigenze altrui. Tuttavia non guardare la realtà per ciò che è cala anche davanti al volto della donna occidentale una specie di velo islamico. La retribuzione media delle donne italiane è inferiore a quella dei maschi, anche se diciamo ”architetta” e “ingegnera”.
Lungi dal poter dire che la mia vita sia libera da contraddizioni, mi ritrovo con tutti i miei bei discorsi a non poter più riparare una presa o guidare il trattorino tagliaerba, o guidare la macchina se si va da qualche parte, perché mio marito è tanto gentile… solo per fare un esempio. E gli ho ceduto il controllo del denaro. Mi dico che è per pigrizia, ma di fatto se ho bisogno di denaro non prendo la macchina e vado a prelevare in banca, bensì lo chiedo a lui. Nei decenni, questo ha prodotto un fatto: non so nemmeno dove abbiamo i conti bancari. Le decisioni sulla ditta le prendo io, tuttavia mi piace farmi servire e lo pago in termini di autonomia e controllo sulla mia vita.
Per la protagonista di questo romanzo è vitale riscattare l’amica morta per mano di un marito violento. Per tutto il libro cerca di partecipare al proprio entourage familiare e affettivo il proprio scandalo per l’uccisione dell’amica, ma nessuno sembra disposto a considerarlo un abominio, bensì la degenerazione patologica di un sistema sociale peraltro perfettamente oliato. L’eroina corre sulla ruota del criceto senza arrivare da nessuna parte, finché l‘amore non poterà in dote il riscatto dell’amica e la possibilità per l’eroina di aiutare altre donne tramite la creazione e gestione di un banco dei pegni per il microcredito alle signore. Il sottotesto di questo scioglimento conferisce all’eroina alla fine un potere notevole sulla realtà, ma intermediato dall’amore degli uomini di famiglia. Sebbene dunque la Mac Gregor sviluppi e risolva il suo tema in modo intelligente, pur di salvare la centralità dell’amore toppa sulla questione femminile. Alla fine gli uomini dell’entourage dell’eroina le dicono: abbiamo agito perché ti amiamo, non perché ci hai convinto.
Monica Montanari
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)
Link d’acquisto a Baciata dal Destino di MacGregor
N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé DIECI È MAGGIORE DI UNO.


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