domenica 3 maggio 2015

A lezioni di tenebra da Pandiani


"Lezioni di Tenebra" di Enrico Pandiani



di Mollie Miles

La tenebra ci si annida nell'anima

Dunque, dunque, di Pandiani ho letto tutto il ciclo degli Italiens (mi manca solamente Karima) e un romanzo dell’ispettore Bosvades. Avrei voluto  leggere anche Karima ma lo inizierò solamente stasera e non ho resistito a dir subito la mia su questo “Lezioni di Tenebra” che è a mio avviso il miglior Pandiani di sempre. E questo per gli aspetti profondi del libro. Quelli del Pandiani-anima.

Tutti agli ordini di Mordenti

Brevi cenni sulla materia del contendere. Abbiamo una truppa di poliziotti parigini accorpati dalle comuni origini italiane, si distinguono per essere violenti, sbrigativi, rudi, grevi, geniali. E già questo è tanto, direte voi. Ma per noi che li abbiamo letti tutti rappresentano solamente la base. Il capo degli Italiens è il commissario Mordenti che lo vedi e non lo vedi, perché il narratore è lui e dunque lui vede poco se stesso. In compenso vedi tantissimo Servandoni con il buco in mezzo agli incisivi cui le donne non sanno resistere. Con l’aria dégagé e pugni duri come pietra.

Pandiani: genio e raffinatezza


Abbiamo un capo della Crim, cui Les Italiens fanno rapporto. Lui è tutto pietra fuori ed esile dentro come il fumo di una sigaretta colorata. In questo “Lezioni di Tenebra” c’è una grande idea criminale, ingegnosa, imprevedibile, che vi sorprenderà - non posso dire di più - e un cattivo formidabile - non riposso ridire di più.
Bene, sebbene il thriller abbia tutti tutti gli attributi al posto giusto ha anche qualcosa in più. E non parlo dei registri perfetti con cui si esprimono e differenziano i personaggi, non parlo delle battute allo schiocco, non parlo delle finezze intelletual-mondane che filtrano qua e là rivelatrici del background dell’autore. Parlo del sottotesto - ho una questione estetica da affrontare ma la affronto per ultima.

A lezioni sullo scempio delle passioni

Dunque dicevo il sottotesto. Il fatto è che questo romanzo è “tenebra”. Non è che la racconta, non è che la riferisce …e basta. Nemmeno si può dire che te la faccia vivere nel senso di metterti a contatto con mood di particolare cupezza. Semplicemente, attraverso il filtro emotivo con cui le situazioni si riverberano nei personaggi, piano piano questo miasma nero avviluppa tutto in un’unica semplice lezione:
può accadere di rimanere spettatori dello scempio che su noi stessi compiono le nostre stesse passioni.
L’aver posto Pandiani al centro di tutto vicende di bondage lo trovo stupendamente simbolico.
Cosa contempla chi vede se stesso afflitto da corde che straziano la carne se non lo spettacolo dell’afflizione a opera dei propri stessi demoni? 


Romanzo esperienza di personaggi e paesaggi.

Ed ecco la questione estetica. Nel primo terzo del romanzo mi sono sentita un po’ oppressa dal ricorso ad alcuni clichet del noir, il duro, la bella etc… Poi a cose finite devo dire che invece ci stanno a pieno titolo perché Pandiani li usa come vagoncini colorati di un trenino apparentemente innocuo per portarci invece in mondi complessi, con personaggi cesellati e inventati con talento impareggiabile. Penso in particolare alla maestra bondaggista, una figura su cui incardinare un intero romanzo. La decisione poi di affiancare allo scenario parigino quello di Torino consente a questo “Lezioni di Tenebra” di uscire dalle atmosfere claustrofobiche del noir spalmate troppo spesso su tutta la narrazione, rinnovarle, spezzarle e variarle. 


Da Parigi alla Torino noir

In breve passando da Parigi a Torino il cambiamento d’aria si sente. Gli arredi d’ufficio a Parigi sono capaci di dare prestigio al funzionario di polizia, a Torino invece sono solo muri scrostati e squallore.  E poi a Torino irrompe l’antichezza della pietra. Per quanto la menzione dei pregi artistici di Parigi non manchi, basta un accenno a un paio di piazze a Torino, a qualche edificio sacro - non posso dire di più - che subito affiora il peso della memoria. Les italiens - quelli veri, quelli che vivono al di qua delle Alpi - dopo la caduta dell’Impero Romano non si sono più innamorati di nulla e il fascismo purtroppo lo aveva capito. Esclusa quella fascinazione grandi masse rispondono solo al proprio particolare e questo Berlusconi lo aveva capito. Va bene questi sono incisi miei, Pandiani non dice nulla di tutto questo ma il confronto tra la Parigi noir e la Torino noir di Pandiani fa riflettere.
Insomma 5 stelle per questo “Lezioni di Tenebra” le prime 5 stelle che do a Pandiani. Ma se ne meriterebbe 15. Un libro eccezionale cui il personaggio un po’ Marvel del marchese conferisce un guizzo ludico che non guasta.


5 Eclairs, 5 Panne Cotte e 5 Cannoli Siciliani 
 
 


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