giovedì 9 maggio 2024

Infine ciò che rende felici è l’amore, sopratutto se è firmato Balogh



Mary Balogh

Infine, l’amore

(Per i Lettori di Storie in Costume e Lettori di Commedie) 

Recensione
di Monica Montanari 


Una favola d’amore, una prosa favolosa e un romanzo sull’amore 

Ecco questo romanzo mi ha stregato, consigliatomi da Alessandra Rossi, mi ha stregato subito. È il romanzo più adulto della Balogh, un regency in cui la protagonista è in pratica una donna moderna e del tutto priva di incertezze, quello in cui il protagonista maschile esprime la sensualità dell’intelligenza. E la tesi del romanzo è una vera sfida: la magia, l’innamorarsi è una decisione, ad amarsi si impara. Infine, ci sono passaggi che vi citerò dove Mary Balogh a fine carriera parla di noi, le sue lettrici, e si interroga sulle fondamenta stesse del romanticismo nelle donne.
🙂
Vediamo con ordine: L’eroe maschile, Duncan, vuol dare una casa al piccolo Toby e non può accettrare di essere temporaneamente estromesso dalla propria tenuta che comunque erediterà alla morte del nonno e dunque si deve sposare in 15 gg e con qualcuno di presentabile.
D’altro canto Meg ha deciso di accettare la proposta di matrimonio di un vecchio amico pur di levarsi di torno l’uomo pentito che l’aveva sedotta e abbandonata anni prima… Purtroppo però scopre che il vecchio amico si è fidanzato e le vanno a soqquadro i programmi.
Bene Duncan entra nella sala da ballo in cerca di mogli, Meg ne sta uscendo disperando di trovare mariti… e si scontrano 🙂 Lui invece di scusarsi va dritto al sodo :
«
— Vi prego di scusarmi — ripeté (Meg), quando la stretta sulle braccia non si allentò.
— Perché? — domandò lo sconosciuto mentre la studiava sfacciatamente. — Perché tutta questa fretta? Perché non vi fermate e non danzate con me? Poi potreste sposarmi. Vivremmo insieme felici e contenti per sempre.
»
Vi arriva? Lui è un personaggio consapevole, che cioè è capace di vedere se stesso, tanto intelligente da risultare profetico.
Comincia qui la schermaglia tra la perla di rispettabilità del Ton, lei, e lui il paria, la feccia, considerato un poco di buono per aver rapito ed essere scappato con una donna sposata piantando la propria promessa sposa davanti all’altare. La stessa Meg trasecola all’idea di dargli spago, lei nume tutelare della rispettabilità, ma l’assenza di filtri e finzioni di lui è un prurito che lei non riesce a non grattare. Dunque l’intera fase di avanscoperta tra i personaggi si sviluppa a partire dalla capacità di Duncan nei dialoghi di dar corpo all’essenza stessa delle cose, eventi e persone, senza fronzoli, andando a fondo…

I dialoghi di questo romanzo per tutta la fase d’approccio dei protagonisti, un buon primo sessanta per cento del libro, sono semplicemente spettacolosi, da mettere sul tavolo e studiarseli per quanto sono perfetti ed efficaci.
Ora, prima considerazione: se tu autrice sei una fessacchiotta, una tale sapienza di vita in bocca a un personaggio non riesci a mettercela. Seconda considerazione: siamo nel romance ok, ma se il personaggio comincia a dire cose vere, allora si fa sul serio, cambia tutto, perdiamo un po’ la favola (la Balogh di solito è fiabesca, è il suo bello) ma la lettura ci ridisegna le mappe mentali. E infatti in questo romanzo Mary Balogh fa sul serio, parla alle sue lettrici e si interroga:
«(Meg) Non aveva mai riflettuto su quella fondamentale, basilare differenza tra uomini e donne. Era l’inutilità di sognare libertà e avventure a rendere la maggior parte delle donne romantiche? A spingerle a sognare una casa, un marito che fosse anche un amante appassionato e bambini da allevare? Oppure era semplicemente l’istinto a riprodursi che si insinuava in ogni fibra dell’essere femminile per garantire la continuazione della razza umana?»
Sì, ma anche gli uomini hanno bisogno della magia, del romanticismo per la felicità, ci dice Mary Balogh e il suo personaggio maschile approda a questa epifania, lo ammette :
«– Tuttavia, (se Duncan non avesse fatto ciò che ha fatto) non sarei mai stato innamorato. Non avrei mai provato quella magia, il ritrovare quella parte di me perduta che mi rende completo.
— Oh! — esclamò lei.
— Soltanto “oh”? — (Duncan) Sollevò una mano e le accarezzò una guancia con il dorso delle dita.
— Mi ami? — gli chiese (Meg). — Mi ami davvero?»

Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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