venerdì 9 agosto 2024

Rubino Cicerano, varietà Rosso Sangue

 


Alessandra Cicerano

Rubino Rosso Sangue

(Per i Lettori di Historical Romance, Lettori di Rivalse Amorose) 




Recensione
di Monica Montanari 


Un normanno di sangue vichingo

Dalla vostra Lyanne Quay di Un Conte per Tiranno!

Eccoci qui, sono andata a documentarmi e, strano, non ho trovato altro della Alessandra Cicerano, sembra che questo sia il suo primo romanzo, incredibilmente autorevole, oltre che scritto in modo pulito, esperto, piacevole. Una scrittura aderente alla concretezza, con una bellissima esplorazione delle sensazioni fisiche dei personaggi. Questo romanzo fa esplodere in modo convincente l'attrazione e l’amore tra un'aversana dall’aspetto saracino e un normanno con l’aspetto di vikingo. E ora mi gioco due amiche al prezzo di una.

Avevo criticato la parte avventurosa del romanzo medievale della Ciuffi “Tra le tue braccia”, molto contenuta in realtà, mi era risultata poco interessante e secondo me un po’ rovinava il romanzo complessivo molto bello. Lei impiripita – non è che gradisca tanto le critiche, – mi fa: “che lo leggi a fare il medievale se non vuoi l’avventura, se vuoi restare in salotto leggiti il regency” …una cosa così. Da allora ci ho pensato e ripensato, è accaduto mi pare la scorsa settimana… E il fatto è che a me l’avventura medievale piace molto e ho letto tanto e allora cosa non funzionava con la Roberta Ciuffi che ora non funziona nemmeno col romanzo di Alessandra Cicerano?

Una parte avventurosa rimasta ai tempi del Magico Alverman, Don Cristobal vogliam sposar tua figlia, lallalà, lallallà. A Robin Hood, se vogliamo usare un esempio generazionalmente più inclusivo. Come se Ken Follett e zio Martin non ci fossero stati. O forse è stato Le Goff, e la sua storia sociologica dei cosiddetti secoli bui. Sta di fatto che romanzare il medioevo oggi ha afflato classicistico, sa parlare alle proprie platee delle loro più intime storie, traslandole in un tempo mitico. Fate conto: come l’Iliade che quando il figlio di Ettore gioca con la piuma dell’elmo del padre sulle mura di Troia prima che il genitore scenda in battaglia (sesto canto), parla a tutti noi lettori anche d’oggi su cosa sia la paternità e la dimensione protettiva della virilità. Così fa Shakespeare che parla sempre dei suoi spettatori, i suoi attori sono lì per questo, per parlare a nuora perché suocera intenda. Quando Ken Follett ci racconta dello sforzo titanico e collettivo dietro le grandi cattedrali del gotico, racconta l’avventura umana. Quando Martin fa muovere i propri personaggi sviluppa in realtà la sua teoria dei giochi, osserva come si dipanino i fattori decisivi della storia tra forza del denaro, forza del popolo, forza delle armi, forza delle istituzioni e ci dice alle nozze rosse che vince chi non si fa condizionare dai sentimenti. L’intera opera di Martin nasce per confutare ”la forza dell’amore” è pessimista in modo radicale, inclusiva e anticristiana.

In pratica romanzare il medievo oggi significa parlare di guerra, non di duelli e scazzottate.

Ora torniamo a Cicerano e Ciuffi. Queste loro parti avventurose per essere interessanti dovrebbero porsi domande vive anche oggi e mostrare come esse si semplifichino in un mondo arcaico ridotto all’osso, come esse trovino, in un mondo semplice quasi come su una scacchiera, una risposta altrettanto semplice. A quale divinità avrebbe potuto sacrificare Leonora per salvare il suo uomo, se non quello di Venere, al potere di seduzione, l’eterno femminino? E allora lei avrebbe dovuto affrontare i nemici giocando su questo proprio potere e mettendoli l’uno contro l’altro. E poi sarebbe potuta entrare in gioco la forza del popolo, in difesa della propria contessina. Questa tensione dei personaggi, più che l’agguato e la scena d’azione, avrebbe reso completo questo romanzo in cui la parte avventurosa si sviluppa per tutto il terzo atto. Lo stesso dicasi per la Roberta Ciuffi dove la parte avventurosa si sviluppa solo nel quarto atto ed è più ridotta.

Per me quattro stelle.



Monica Montanari 
(alias Lyanne Quay, Ophelia Keen, Ashley Andrews)

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Link d’acquisto a Un Conte per Tiranno di Quay

Imprevedibile e focosa come può esserlo una vera irlandese, e senza amore come può esserlo unicamente un’orfana, lady Wilhelmina Osraige deve affrontare da sola il soggiorno a Londra per la “piccola stagione” invernale.

È però lord Iain Middleton, terzo conte di Huntly, l'imperturbabile e ascetico banchiere, a doversi occupare di lei, con grande sgomento di entrambi, e a sovrintendere la sicurezza e il benessere della lady poco più che ventenne.

Al più integerrimo dei confratelli della Hellfire non resterà che tiranneggiare la giovane esperta di arti da salotto e tentare di togliersela dai piedi. Di trovarle un marito o rispedirla in Scozia, perché lui è un uomo tutto d’un pezzo.

E che pezzo!

Tant’è, l’imprevedibile Wilhelmina propone al conte di impartirgli lezioni d’amore e Lord Huntly dovrà stare ben attento a non abbandonare la schiera degli angeli custodi.

O finirà dritto in quella dei serafini infiammati d’amore, come il rosso scintillante dei propri capelli e di quelli color borgogna di Wilhelmina.

Commedia Romantica , romance storico di periodo georgiano


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N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé 10 È maggiore di 1. Con ciò ora spalmo subito su Novelbus le mie belle stroncature e anche su Goodreads. 

A la guerre com a la guerre.

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