lunedì 16 ottobre 2017

Come Pilgrim nel Medio Oriente spionistico di Hayes




Terry Hayes
Pilgrim

di Monica Montanari
Recensione

(Per Lettori di Enigmi ed Eroi Positivi in lotta)

Un affresco storico contemporaneo vivido, perfino profetico,  fonte di conoscenza

  

Una vita nella Jet society del complotto internazionale, un giovane cavaliere in abito scuro deve salvare l'occidente da un'arma insieme antica e letale, in una lotta contro il tempo e contro un killer implacabile, un monaco guerriero della Jihad, una vera macchina per uccidere.

 

È un libro lunghissimo. Molto, molto, molto bello: grandissima gestione dei personaggi, e intelligenza e scrittura... 

 

La trama complessa che si salda nel finale con una sola piccola sbavatura dove il filone "greci" è tutto sommato inutile. I personaggi hanno una gestione ottima nell'impostazione e meno sapiente nell'evoluzione. Non si dispiega cioè il processo interiore che porta i personaggi principali a rivedere nel sottofinale le proprie priorità e la propria visione di vita. In particolare il protagonista, ben impostato come dicevo, avrebbe dovuto acquistare in profondità nella seconda parte del libro andando alle radici dell'isolamento evidente in cui si avvolge fin dall'infanzia. 

 

L'autore ha inoltre volutamente lasciato nell'ambiguità alcuni aspetti fondamentali come l'orientamento sessuale: se voleva farne un gay, un pansessuale, un etero o altro doveva dirlo e scavare, rivelando... Non averlo fatto porta a due conseguenze: un vago effetto Mary Sue e una fallimentare mescolanza di pubblici. 

 

Il personaggio apparentemente perfetto ma tormentato da un rodimento interiore è perfetto per il lettore emotivo del senso di colpa - si veda il pubblico di un King -, un pubblico radicalmente antispeculativo inadatto a quello speculativo e o istintivo della spy story. Probabilmente Heyes voleva unire i due pubblici, ma non è riuscito ad accontentare gli emotivi, e ha fatto storcere qualche naso ai lettori di thriller istintivi e mentali. 

 

 Si comprende dalla voluminosità dell'opera, dalla sua tessitura in tanti filoni che Hayes aveva in testa di fare un'operazione simile alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, però in ambito contemporaneo e thriller. Proposito irraggiungibile tuttavia senza la coralità dei protagonisti della saga di Martin dove ogni personaggio porta con sé di volta in volta un'ottica speculativa (Tyrion, Cersei, etccc), Emotiva (molti degli Stark), Istintiva ( i Gregoy, ma anche Bran etc...) . In Pilgrim abbiamo la preminenza di due grandi storie e in entrambe prevale l'aspetto speculativo, istintivo.

 

Queste osservazioni sono tuttavia tangenti e solo marginali rispetto a un romanzo denso, sempre avvincente, lungo, dotato di un affresco storico contemporaneo vivido, perfino profetico,  fonte di conoscenza.  Un'ultima nota: ci sono grandissimi comprimari: dall'eroe del buon cuore USA, al "professore d'inglese" dell'hotel.

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