Terry Hayes
Pilgrim
di Monica Montanari
Recensione
(Per Lettori di Enigmi ed Eroi Positivi in lotta)
Un affresco storico contemporaneo vivido, perfino profetico,
fonte di conoscenza
Una vita nella Jet society del complotto internazionale, un giovane cavaliere in abito scuro deve salvare l'occidente da un'arma insieme antica e letale, in una lotta contro il tempo e contro un killer implacabile, un monaco guerriero della Jihad, una vera macchina per uccidere.
È un libro lunghissimo.
Molto, molto, molto bello: grandissima gestione dei
personaggi, e intelligenza e scrittura...
La trama complessa che si salda nel finale con una sola piccola sbavatura dove il filone "greci" è tutto sommato
inutile. I personaggi hanno una gestione ottima
nell'impostazione e meno sapiente nell'evoluzione. Non si dispiega cioè il processo interiore che porta i personaggi principali a
rivedere nel sottofinale le proprie priorità e la propria visione di vita. In particolare il protagonista,
ben impostato come dicevo, avrebbe dovuto acquistare in profondità
nella seconda parte del libro andando alle radici dell'isolamento
evidente in cui si avvolge fin dall'infanzia.
L'autore ha
inoltre volutamente lasciato nell'ambiguità alcuni aspetti fondamentali come l'orientamento sessuale: se voleva farne un gay, un pansessuale, un
etero o altro doveva dirlo e scavare, rivelando... Non averlo fatto
porta a due conseguenze: un vago effetto Mary Sue e una fallimentare
mescolanza di pubblici.
Il personaggio apparentemente perfetto ma tormentato da un rodimento interiore è perfetto per il lettore emotivo del senso di colpa -
si veda il pubblico di un King -, un pubblico radicalmente
antispeculativo inadatto a quello speculativo e o istintivo della spy story. Probabilmente Heyes voleva unire i due pubblici, ma non è riuscito ad accontentare gli emotivi, e ha fatto storcere qualche naso ai lettori di thriller istintivi e mentali.
Si comprende dalla voluminosità dell'opera, dalla sua
tessitura in tanti filoni che Hayes aveva in testa di fare un'operazione simile alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, però in
ambito contemporaneo e thriller. Proposito irraggiungibile tuttavia senza la coralità dei protagonisti della saga di Martin dove ogni
personaggio porta con sé di volta in volta un'ottica speculativa
(Tyrion, Cersei, etccc), Emotiva (molti degli Stark), Istintiva ( i
Gregoy, ma anche Bran etc...) . In Pilgrim abbiamo la preminenza di due
grandi storie e in entrambe
prevale l'aspetto speculativo, istintivo.
Queste osservazioni sono tuttavia tangenti e solo marginali rispetto a un romanzo denso, sempre avvincente, lungo, dotato di un affresco storico contemporaneo vivido, perfino profetico,
fonte di conoscenza. Un'ultima nota: ci sono
grandissimi comprimari: dall'eroe del buon cuore USA, al
"professore d'inglese" dell'hotel.
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