Il Maestro del Giudizio Universale
di Monica Montanari
Recensione
(Per Lettori di Enigmi)
Grande opera letteraria, nitida e fredda come un cristallo.
Grande opera letteraria, nitida e fredda come un cristallo sconsigliatissima ai depressi è connotata da un’atmosfera claustrofobica, alienata e spaventosa. La voce narrante straniata e straniante realizza la perfezione della rappresentazione circolare di una realtà interiore ed esteriore inconoscibile. Tra Schopenhauer e Schroedinger la natura di un suicidio si presta a spiegazioni opposte senza alcuna possibilità di aver prova della realtà mentre il protagonista registra meravigliato l’irrazionalità della propria temperie emotiva sconosciuto a se stesso. Questa contemporanea cecità verso l’interiore e l’esteriore porta il lettore nella condizione di un sepolto vivo, chiuso nel buio di una cassa senza poter veder se stesso e solo confinato a immaginare e ricostruire dai rumori ciò che ode accadere all’esterno. Sul far della sera dell’Impero asburgico e dei suoi mondi, il romanticismo tedesco si conferma malattia morale e pessimismo.
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