Dreamwalker
di Monica Montanari
Recensione
(Per Lettori di Rivalse Amorose)
Questa storia ha una filosofia e l'intreccio la incarna in pieno ossequio all’acume
di Maria Chiara Cabrini che pur cimentandosi con il romance a tinte
forti non ha saputo spegnere il cervello. E qui sta il problema - ed è
un peccato perché propone un eroe maschile fantastico. Di lui sarebbe
davvero facile innamorarsi. Consigliato a chi scrive per imparare come si fa una trama.
In questo periodo su Facebook quando mi chiedono di consigliare un libro prendo a tema la parola “sogno” e ne consiglio due Dreamwalker della Cabrini e SweetDreams della De Nicolo. Non vi dico la mia sorpresa questa notte quando terminando il libro ho scoperto in Dreamwalker tutta una dissertazione sull’adozione di Sweetdreams come titolo per via dei suoi precedenti di brano musicale di Annie Lennox e Marilyn Manson. E non vi dico la sorpresa di scoprire di essere stata menzionata nei ringraziamenti. Dunque cominciamo con il parlare di me lettrice e del mio stato d’animo nel leggere questo Dreamwalker.
Stato d’animo appassionato, avvinto e interessato nei pezzi milanesi, in occasione dei colpi di scena, davanti ai fornelli, e quando i personaggi agiscono.
Condizione bocca storta quando a Verona i personaggi parlano.
Ok, dopo il doppio carpiato per dire cosa penso senza svelare la trama, parliamo di intreccio appunto che è il primo grande pregio di questo romanzo. Un vero capolavoro di sceneggiatura, nel senso che è la dinamica dell’intreccio a incarnare da sola il vero tema del libro, il schopenaueriano vita come volontà e rappresentazione e una riflessione sulla malattia mentale che apre i confini dell’immaginario. Tutte le scrittrici che frequentano il mio blog, i gruppi Facebook e il mio profilo dovrebbero leggerlo per scoprire come si fa un intreccio.
Insomma questa storia ha una filosofia e la incarna in pieno ossequio all’acume di Maria Chiara Cabrini che pur cimentandosi con il romance a tinte forti non ha saputo spegnere il cervello. E qui sta il problema - ed è un peccato perché propone un eroe maschile fantastico. Di lui sarebbe davvero facile innamorarsi.
Io dopo vent’anni di tentativi di scrivere romanticamente, se non avessi avuto il grandissimo culo di incontrare La Pizia sulla mia strada, alias Anna Letizia Zocche, starei ancora arrancando. Pizia che mi ha fatto scrivere tipo dieci volte un paragrafo di 10 righe nell’aggressione di Spooner di "Troppo per Me" e altre 10 cazzo di righe quando Glory Lowell si sveglia nella notte nel loft. Vi dico come è andata.
Sono stata tanto paziente a fare e rifare che poi la Pizia quando l’ho lavorata ai fianchi per farmi dire esattamente cosa provasse nel leggere il paragrafo contestato e di cosa sentisse la mancanza, non ha potuto fare come fanno tutti quando li metto sotto torchio. Sbuffare e liquidarmi, intendo.
Si è sentita in dovere di guardarsi dentro e analizzare molto bene le sue sensazioni a riguardo e me le ha dette. Io ho capito, ho finalmente rimediato un paragrafo decente e in me si è girato un interruttore.
Sì è un vero interruttore, quello del romance, uno switch off tipo quello dei traduttori quando passano da una lingua all’altra.
L’interruttore del romance spegne il cervello e accende il cuore. Tanto che ora mi trovo a dover fare degli esempi di incipit per l’aggiornamento del mio “Appunti di narratologia” e ho un Bruce Willis di una storia d’azione che si sveglia nella notte per via di uno scoppio e lo faccio avvampare di rabbia. Sbagliatissimo!
Ho scoperto di avere ancora acceso l’interruttore del cuore. Ho dovuto spegnerlo a forza, e riaccendere il cervello di Bruce che svegliandosi di soprassalto avanza ipotesi varie sull’origine del rumore. Ma non è facile perché quando l’hai girato ritornare in modalità cervello on non è facile, vi avverto.
Il fatto è che le storie hanno un grande spartiacque. Si dividono in storie di fatti e storie di emozioni. E Maria Chiara Cabrini è una scrittrice di storie di fatti, modalità cervello on. È talmente bello questo romanzo che esige una versione reloaded, ora io e La Pizia contatteremo la Cabrini e le faremo il trattamento paragrafo.
Sarà divertente acquistare questo romanzo per imparare come si fa una trama e poi ricaricare gli aggiornamenti per vedere il confronto, su come può cambiare accendendo l’interruttore del cuore. Un grande esercizio di narrativa per tutte noi scrittrici.
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