mercoledì 30 dicembre 2015

Pandiani: Il milieu torinese è più sporco della neve.

  Enrico Pandiani    

Più Sporco della Neve 

Rizzoli (Bur) 

di Monica Montanari

La crisi economica gratta la crosta falsa e cortese della Torino più insospettabile e mostra sotto il candore della neve, il fango violento, perfino criminale. Miseria e guerra per la sopravvivenza si estendono alle montagne ammantate del confine mentre Bosdaves osserva meditabonda il corrompersi del tessuto sociale fino a scoprire la poltiglia e il torbido anche nel suo privato.

Questo thriller torinese non poteva essere concepito meglio, sceglie come sfondo la splendida Saluzzo, i castelli della zona di confine ulziese tra Italia e Francia e poi il Monginevro e le Alte Alpi francesi, il contesto “piemontese” migliore e meno scontato. 


Pandiani fa focus sulla questione del momento, i migranti, con straordinaria preveggenza. In epoca di chiusura di confini e sospensione di Schengen, la questione dei transiti di immigrati tra Italia e Francia è all’ordine del giorno e si appresta a rendere il Piemonte sempre più zona di valichi clandestini in stile Calais. 

Ottimi ingredienti dunque e perfettamente equilibrate le dosi tra il vissuto privato e l'indagine, con personaggi tutti ben controllati da un burattinaio di grande sicurezza. Pandiani è una certezza.
 

I registri di Bosvades sono attenuati come per paura di sbagliare, bisognerebbe forse calcare la mano sugli effetti prodotti dall’esterno su Bosdaves e alleggerire la parte introspettiva. Faccio un esempio. Se nevica e lei pensa a quanto la infastidiscono i fiocchi abbiamo un ripiegamento che - non so perché - sulla protagonista non funziona. Se invece i fiocchi le infliggono punture profonde sulla pelle e di qui sembrano raggiungere l’inquietudine del cuore… secondo me è meglio. 

Cinque stelle per Lettori di enigmi e cinque stelle per Lettori di eroi positivi in lotta  meglio di così non si poteva.  Il primo Bosdaves non mi aveva convinto, oggi mi conquista e mi si aprono praterie di Bosvades da leggere con gusto nei prossimi vent’anni.


 


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