Ben scritto, cesellato ma epidermico. È un romanzo in cui Lehane sembra aver dato sfogo a una antica personale passione per i gangster dell’epopea proibizionista. Sembra aver voluto riscrivere storie che ha amato con risultato molto cartoon. Malgrado l’esperienza di Lehane le figurine riescono ad uscire dalla strip e diventare personaggi veri solo nei capitoli dedicati alla detenzione. Insomma l’autore si diverte ma non ci crede davvero. L’aspetto citazionista nei romanzi e anche nei film trasmette una sensazione di decadenza culturale: come se tutto fosse stato già detto e vi sia perdita di fiducia in ciò che si può utilmente ancora comunicare. Una piaga che affetta di recente l’intera produzione hollywoodiana e che va trasmettendosi agli autori di bestsellers.
Non lo consiglio.
N.B. LA RIVIVISCENZA DI QUESTO BLOG è DEBITRICE AD AMAZON PER AVERMI CANCELLATO TUTTE LE MIE VECCHIE RECENSIONI E AVERMENE IMPEDITE DI NUOVE. JEFF BEZOS SARà BEN FELICE DI TENERSI RECENSIONI FARLOCCHE A CENTINAIA CHE PONGONO AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE TITOLI A VOLTE, NON DICO IMMERITEVOLI BENSì, PROPRIO ILLEGGIBILI. NON SCRITTI IN ITALIANO. CI SI DIMENTICA SEMPRE CHE QUESTE PIATTAFORME OBBEDISCONO A INTERESSI PRIVATI, NON A UN’IDEA PURCHESSIA DI “giustizia”. E DUNQUE SE PICCHI DURO E IN DIECI PROTESTANO PERCHÈ PICCHI DURO, JEFF TRA TE E QUEI DIECI (ANCORCHÈ PARENTI E AMICI DELL’AUTORE STRONCATO) SCEGLIE QUEI DIECI PERCHé DIECI È MAGGIORE DI UNO.


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