di Mollie Miles
Ben scritto, cesellato ma epidermico. È un romanzo in cui Lehane sembra
aver dato sfogo a una antica personale passione per i gangster
dell’epopea proibizionista. Sembra aver voluto riscrivere storie che ha
amato con risultato molto cartoon. Malgrado l’esperienza di Lehane le
figurine riescono ad uscire dalla strip e diventare personaggi veri solo
nei capitoli dedicati alla detenzione. Insomma l’autore si diverte ma
non ci crede davvero. L’aspetto citazionista nei romanzi e anche nei
film trasmette una sensazione di decadenza culturale: come se tutto
fosse stato già detto e vi sia perdita di fiducia in ciò che si può
utilmente ancora comunicare. Una piaga che affetta di recente l’intera
produzione hollywoodiana e che va trasmettendosi agli autori di
bestsellers.
Può andare per lettori Eclair ma non lo consiglio.
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