di Giusy De Nicolo
Prima puntata della
rubrica dedicata ai villains che ci
piacciono. Anche se sono perfidi. Anche se sono dei disgraziati.
Perché sì.
Senza ordine, senza
criterio. senza vergogna.
Jaime Lannister,
personaggio ideato dal noto killer seriale George RR Martin, nella
trasposizione televisiva delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ha
il bel faccino danese di Nikolaj Coster-Waldau. Quest'ultimo
si era già fatto notare, tra le altre, nelle vesti dello
sfigatissimo padre dell'Anticristo ne I guardiani della notte e in
quelle di psicopatico pluriomicida in Headhunters. Insomma, si vede
che il ragazzo ci ha sempre tenuto.
Comunque, mollati i completi gessati,
eccolo in cotta di maglia e spadone nella produzione HBO.
Fin dalla prima apparizione, il golden
boy di casa Lannister si presenta come abilissimo spadaccino e
portatore incurabile di faccia da culo, peculiarità, quest'ultima,
che lo rende particolarmente caro ad amici e semplici conoscenti.
Linguacciuto, sarcastico e caustico, si
distingue dallo standard del figlio di papà per un evidente sprezzo del
pericolo e per l'altrettanto cristallino disinteresse riservato a ciò
che il prossimo pensa di lui.
Ma subito appare evidente come il fiero
e indomito guerriero sia poi un servo della gleba al cospetto di Cersei, sua sorella
gemella e sposa di quel panzone alcolizzato di re Robert,
nonché donna amabile come un calcio nel fegato tirato con una scarpa
di sicurezza dalla punta rinforzata.
Da tutto ciò deriva l'individuazione
della prima caratteristica che rende Jaime un personaggio
interessante e sfaccettato. Egli è amorale più che immorale. Segue
un codice di comportamento che è suo e solo suo, e se ciò significa
buttare un bambino dalla finestra per proteggere l'amata
sorella-amante, voilà!, lo fa con più scioltezza e meno senso di
colpa di quanto non faccia l'automobilista medio gettando l'incarto del Cinquestelle
Sammontana.
Scopriamo in seguito che l'epiteto di
Sterminatore di re se lo è, sì, guadagnato infilzando l'ex datore di lavoro alle
spalle, ma per impedirgli di trasformare la capitale del regno in
un'unica, gigantesca grigliata mista.
Siccome poi con Martin uno non può
rilassarsi cinque minuti, il nostro subisce una serie di disavventure
culminanti nel taglio della mano senza anestesia.
L'esperienza, come è facilmente
intuibile, ne modifica le prospettive esistenziali e l'aspetto,
ora decisamente grunge.
Intanto, però, noi animi romantici e
sensibili ci sciogliamo scoprendo la sua completa e incrollabile
fedeltà alla sorella, sua prima e unica donna,
Incestuoso sì, ma con tanto ammmmore!
È poi fratello affezionato di Tyrion,
che papà Tywin - simpatico come due calci nel fegato - ha preso in odio dal primo giorno
perché nano e dunque imperfetto.
A Jaime, in fondo in fondo, cattivo come il tigrotto di peluche dei luna park, inviamo tonnellate di affetto e caramelle
gommose, sapendo che, se ti riuscisse di sopravviviere fino all'ultimo libro nell'universo di Martin, ne
avrai estremo bisogno.